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"la Stampa" incontra Vasco, 28/3/2010

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view post Posted on 28/3/2010, 08:10

..e la mia vita non la rischio più per nessuno e per niente!

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28/3/2010

Vasco, nuovo disco: uscirà presto
"Insegnare la solitudine a scuola"


Vigilia dei concerti di Torino, incontro con il Vate di Zocca


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BOLOGNA

La sua Abbey Road è in via Emilia Levante. Una palazzina dove ha un ufficio per ognuno dei 3 piani, con matite grigie ben temperate sulla scrivania. Ci va ogni giorno, Vasco, in "ufficio": ma di questi tempi scende più spesso in sala di registrazione, perché l'urgenza creativa lo affebra; ha tanti pensieri già messi in musica, infilati con apparente facilità dentro ritmiche spinte e ballads: ascoltiamo concetti sorprendenti, che si traducono come sempre in versetti fulminei, lontani dall'opulenza dei cantautori storici. L'album nuovo è quasi finito: «Uscirà più presto del previsto. Ho la testa lì, ma torno alle canzoni di prima in concerto. Ho un sacco di progetti, anche teatrali ma non li dico. La mia salute è perfetta, non sono depresso: magari a pezzi sì, ma li rimetto insieme e torno a cantare».

Il tour Europe Indoor dal 6 aprile arriva al Palaisozaki di Torino con otto date, prima di spiccare il salto verso la sua prima tranche estera: debutto il 4 marzo all'Hammersmith Apollo di Londra, esaurito già; c'era possibilità di raddoppio, ma lui ha detto «No, grazie».

L'avremmo detto mai? In età più che adulta, Vasco Rossi ci è diventato un intellettuale, e un saggio. E' un lettore accanito di libri, da poco coinvolto in un freepress culturale, Satisfiction, che lo galvanizza: «Sono un editore spericolato - sorride -. Il nostro slogan è "soddisfatto, o rimborsato": se qualcuno è deluso dal libro che abbiamo suggerito e ci spiega che non era imperdibile, paghiamo il prezzo di copertina». Una scusa in più, per leggere di più. Si può dire che intorno ai libri si è costruito un nuovo Vasco: «I libri danno un quadro più attendibile della realtà, non strumentalizzano, sono liberi come le canzoni. Se poi uno esprime la propria libertà totale essendo servo, sono fatti suoi».

Fra il live, la lettura, e la passione per il suo sito che segue personalmente, a soffrire sembra piuttosto la zona intermedia dei contatti interpersonali, per così dire poco cercati. Una fitta barriera umana separa Vasco dal mondo reale: e quando ci si riesce ad infilare nei suoi pochi spazi disponibili, è quasi inutile fargli domande, perché il Vate di Zocca ha urgenze e scoperte proprie da rivelare. Spesso espresse in versi. «Ho fatto un sogno ho visto qualcuno/Che si occupava degli affari miei/e mi diceva "stai facendo male"...»: legge ad alta voce il testo dell'ultima nuova canzone dedicata all'Italia, poi chiosa: «Il pensiero dominante comune vuole la cura maniacale del fisico e della persona, come si faceva un tempo con l'anima, come se il vivere fosse infinito. Il giudizio morale-etico su questi temi non è più di Dio ma del governo, del popolo, addirittura della tv: ma lo Stato deve far convivere, non spiegarci come dobbiamo stare al mondo. Non puoi aiutare chi non vuole essere salvato. La fuga nell'alcol e simili sono illusioni, importanti come altre nella vita: guai a non avere illusioni, puoi solo morire di cirrosi». A proposito di illusioni, come ha vissuto la campagna elettorale? «Premesso che vivo in un altro pianeta con le canzoni e la musica, fuori ho sentito una gran caciara. C'è una situazione anomala dal punto di vista della comunicazione, ci vogliono canali televisivi indipendenti, ci vuole informazione non drogata, né manipolata. C'è un'isteria xenofoba che aiuta i partiti a prendere voti. Io, lo sanno tutti, sto con la Bonino. Ma ora vedo meno tv, leggo meno giornali. E sono meno nervoso».

Lei che è un idolo per i ragazzi, come giudica tante mattane degli adolescenti che sembran diventati pericolosi? «Fra i 14 e i 17 anni siamo degli sconosciuti anche a noi stessi, e uno su mille non ce la farà. L'umanità non si estinguerà per la droga però, ma per altro. In branco si combinano un sacco di casini, ma erano più pericolosi quelli del 1935, che radevano al suolo l'Europa. Lei pensi solo a quel che le dico: come si fa a fare la rivoluzione contro il divertimento? O contro la Coca Cola? Ci sono tante dipendenze molto più pericolose: dal potere, dalle poltrone, dal datore di lavoro, che se se ne va ti lascia in crisi di astinenza». Vasco ha un'arma difficile da imbracciare: «Bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri: altrimenti ci stai solo perché ne hai bisogno. Bisogna fare a scuola un'ora di insegnamento alla solitudine, imparare a bastarsi». Siamo soli, cantava un tempo. Ora rilancia, leggendo: «E' la solitudine/che ci fa commettere/Tante sciocchezze...».

Da dietro la scrivania, rispunta il filosofo che non ci si aspetterebbe: «E' necessario un rinascimento culturale. Voglio stampare un "Manifesto Futurista per la nuova Umanità", per spiegare che poiché la tolleranza e la convivenza non vengono più dal cielo ma dagli uomini, ci vuole una grande potenza per realizzarle. La tv dovrebbe essere quella che forma, e non disfa le regole: mentre ora grida all'omosessuale, al drogato, allo zingaro». C'è un'emergenza autenticità, Vasco? «Non per quel che mi riguarda».

fonte: lastampa.it
 
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view post Posted on 29/3/2010, 18:38

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