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La casa di Vasco a Zocca, un museo a cielo aperto

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John "Bluto" Blutarsky
view post Posted on 28/9/2009, 18:57 by: John "Bluto" Blutarsky

..e la mia vita non la rischio più per nessuno e per niente!

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Nel nome di Vasco Rossi un museo a cielo aperto

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ZOCCA. La casa di Vasco Rossi e la sua strada sono completamente coperte di scritte, graffiti e ricordi. Un fenomeno che sta accelerando negli ultimi due anni ma che non infastidisce nessuno a Zocca. Perché coi suoi fan Vasco alimenta il turismo locale. In quasi tutte le città sarebbe tollerato solo nei sottoponti e in vicoli di periferia lo stato in cui si trova via Divisione Tridentina di Verucchia. Ma a Zocca sta bene così. E’ la strada di Vasco Rossi, la rockstar per eccellenza. Appesantito fisicamente ma sempreverde musicalmente, è pronto a partire col tour dal 3 ottobre a Mantova. Da anni le legioni dei suoi fan, giovani ed ex giovani, fanno spesso una scappata a Zocca tutti mossi dallo stesso scopo: lasciare un segno. Una frase, una firma, uno sgorbio. Come capita. Già il cartello del paese è un mandala di osanna: «Cosa non darei per vivere a Zocca», «Vasco è il nostro ossigeno» e così via. Anche gli «Alcool warriors» hanno lasciato traccia del loro passaggio con altri di Bergamo, Ortona, Roma, Treviso e Lecce.
Via Divisione Tridentina: un’insegna stradale damascata attorno alla scritta «Via Vasco Rossi». E il pavimento stradale sembra un passaggio del Giro d’Italia stratificato di scritte su scritte che si cancellano, spuntano, sfumano, si ripetono. Un mosaico colorato a bomboletta, pennarello, vernici e qualsiasi cosa possa restare una volta tracciata. E poi lucchetti, bottiglie di birra, pacchetti di sigarette e altri memorabilia legati a canzoni e “vissuto”. E più si avvicina la casa, più le voci dei fan si accavallano. Fino al cancello; dentro il campanello; sui coprisiepi, cambiati già tre volte. Scritte che si infittiscono vertiginosamente dal 2008 a oggi. E’ un fenomeno in forte crescita. Lo dicono le date delle scritte. Lo dimostrano le foto scatate solo nel 2007: c’erano un terzo delle scritte di oggi. Salendo sulla strada si legge: «Vasco resta sempre come sai», «Questo è il mondo che vorrei», «Basta poco per vedere un sogno», «Voglio una vita spericolata», «E adesso che sono arrivato fin qui grazie ai nostri sogni». E un gruppo di aspiranti “groupie”: «Vorremmo possederti sulla poltrona di casa tua con il rewind». Fino al cancello: «Come a Betlemme», «Dio in cielo, Vasco in terra» e un ingenuo «Voi venire al nostro matrimonio?»
Frasi analoghe si leggono nel cimitero di Zocca tutto attorno al loculo dove riposa Massimo Riva, il chitarrista di Vasco morto nel 1999. Una tomba coperta di fiori e scritte. Davanti alla casa sostano Moreno e Melissa, appena arrivati da Bolzano. «E’ la terza volta che vengo qui - dice Moreno - e questa volta me l’ha chiesto Melissa. Vasco? Mai visto. Magari dopo vado a Pieve di Cento: sta facendo le prove col gruppo». Ai vicini non dà fastidio la strada imbrattata «come un sottopasso pedonale di Milano» (così l’ha definita uno su Youtube). «Conviviamo coi fan - dice Lorena - e non fanno baccano». Ma in paese qualcuno ricorda il fastidio che nel luglio scorso provava Laura, la donna di Vasco, per non poter uscire dalla casa assediata dai fan.

fonte: la Gazzetta di Modena — 27 settembre 2009 pagina 27 sezione: PROVINCIA
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uno dei tanti video su youtube...
 
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